di Davide Balestra
SAN BENEDETTO DEL TRONTO. Una Sambenedettese stanca, incerottata e molto rammaricata. Questa è la squadra che domenica 19, dopo la gara contro il Chieti, è tornata a San Benedetto del Tronto. “Lavoriamo duramente tutta la settimana. Ma se poi il tuo lavoro viene distrutto in questo modo…”. La riflessione è quella del Presidente Vittorio Massi, anch’esso rammaricato per il risultato dell’Angelini.
Una sfida che ha visto i rossoblu in vantaggio fino al 90′. “Stanotte mi sono rivisto la partita – dice Massi – . Ciò che è successo domenica ha dell’incredibile”. A partire dall’accoglienza: “Noi siamo soliti, ad esempio, assegnare la poltroncina rossa al Presidente della squadra avversaria. Ma al di là di ciò, mi aspettavo di trovare un’ospitalità diversa. Basti pensare che ho parcheggiato insieme ai nostri tifosi. Non ho potuto nemmeno salutare Paolo De Cesare (vicesindaco di Chieti, ndr) che si è prodigato per farci avere quei cento biglietti in più ai nostri sostenitori”.
“Una situazione inverosimile”. La sintetizza così il numero uno rossoblu. Una giornata di sport dove l’aspetto tattico è venuto meno: “Mi volevano vietare di entrare nello spogliatoio della mia squadra”.
Parola dunque al campo. Domenica 26 arriva L’Aquila. La Samb dovrà fare a meno di Christian Barberini, Alex Sirri e l’allenatore, Maurizio Lauro: “Il direttore di gara ha fatto dei danni. Ho saputo che c’era anche il Commissario di Campo, pensa se non ci fosse stato… Minuti di recupero? Credo siano inammissibili”. L’arbitro, il Signor Stefano Raineri di Como, ha concesso otto minuti addizionali. Decisione che si è poi rivelata fatale visto il gol degli abruzzesi a tempo praticamente scaduto. “Ieri non ho stretto la mano a Serra (Presidente Chieti, ndr) perchè un gesto simile, per quanto mi riguarda, è molto importante”.
Resta in stand-by la questione stadio: “Ora stiamo lavorando sul Ciarrocchi” dice il numero uno dei rossoblu. La scorsa estate c’è stata una svolta, a livello calcistico, con la nascita della U.S. Sambenedettese. Dalla società fino alla rosa. Ma c’è la possibilità che Massi riesca a recuperare il tradizionale stemma: “Vediamo che succede il 30 giugno. C’è ancora l’A.S. Samb. Aspettiamo giugno e si vedrà”.