lunedì 27 Marzo 2023
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Causio e l’abbraccio dei rossoblu: dalle foto di Samb-Juve al ricordo della casa in via Risorgimento

Il 'Barone' ospite al Bizzarri. Tra i racconti la partita a carte con Bearzot, Pertini e Zoff e il mondiale argentino sotto il regime di Videla: "Non ci accorgemmo di nulla. Il nostro ritiro era fuori da Buenos Aires"

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Una sola stagione, ma tantissimi ricordi e il cuore lasciato a San Benedetto. Franco Causio arrivò in riviera nel 1965, che aveva appena compiuto 16 anni. “Abitavo in via Risorgimento – ricorda – ero ospite di una famiglia che l’anno prima aveva accolto il mio allenatore, Alberto Eliani”.

Il ‘Barone’ interviene in Palazzina Azzurra, nell’ambito del premio Bizzarri. In prima fila ad ascoltarlo tante vecchie glorie. Qualcuno giocò al suo fianco in quella memorabile annata rossoblu, altri lo incrociarono come avversario in quello che ancora oggi viene considerato un match epico: Samb-Juventus.

Era il 21 settembre 1975 e le squadre si sfidarono in Coppa Italia al Ballarin. Finì 2 a 2, con i padroni di casa che rimontarono il doppio svantaggio, pareggiando con Maurizio Simonato. Quest’ultimo sale sul palco con un mucchio di fotografie che immortalarono l’evento. Causio le sfoglia, divertito ed emozionato.

Da Cf7 a Cr7 il passo è breve: “Finalmente il calcio italiano è tornato sulla bocca di tutti, eravamo finiti persino dietro alla Ligue 1 francesce. L’arrivo di Ronaldo farà bene alla Juventus ma pure all’intero sistema italiano”.

Se parli di Causio, non puoi non soffermarti sulla partita a carte con Zoff, Pertini e Bearzot effettuata sull’aereo che riportava in Italia gli azzurri campioni del mondo. Un momento di svago divenuto storia. “Noi stavamo già giocando – precisa – inizialmente Zoff e Bearzot non c’erano. Il presidente era innamorato dello Scopone. Aveva finito le interviste e ci vide. Venne con la pipetta e ci propose di giocare. Io dissi: ‘gioco col mio ct’. Lui rispose: ‘io col mio capitano’. Vincemmo io e Bearzot. Pertini era una persona eccezionale, in seguito ci sarebbe stato il pranzo, andammo a mangiare da lui. Dovevamo stare seduti da un’altra parte, ma lui pretese di averci vicino”.

Quattro anni prima la nazionale di Bearzot aveva stupito in Argentina, piazzandosi quarta. Fu un’edizione particolare, disputata sotto il regime militare di Videla. “Non sapevamo niente – confessa Causio – il nostro ritiro era fuori da Buenos Aires, non percepivamo nulla. Se ti muovevi anche solo per comprare delle sigarette venivi scortato dalla polizia. Successivamente lessi libri e vidi dei film, ma sul momento non ci accorgemmo di quello che stava accadendo”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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