SAN BENEDETTO – “E’ gravissimo il veto che Gaspari ha posto sulla commissione di inchiesta voluta proprio da lui”. Il presidente del tavolo sullo stadio, Pierluigi Tassotti, critica aspramente le ultime dichiarazioni del primo cittadino.
“Questi attacchi gratuiti alla mia persona – afferma Tassotti- mi fanno pensare che Gaspari abbia qualcosa da nascondere. La commissione non è un tribunale e io andrò avanti per la mia strada. È giusto sentire le ditte, che sono parte in causa, così i consiglieri Emili e Pezzuoli. Ho il rammarico di non aver registrato le audizioni e di non averle aperte alla stampa”. Il tavolo tornerà a riunirsi domani pomeriggio e verranno ascoltate tre ditte di Cupra e due di San Benedetto che hanno realizzato i lavori di messa a norma allo stadio e che attendono ancora di essere pagate. Martedì 4 febbraio invece sarà la volta dei dissidenti Emili e Pezzuoli, oltre che dell’imprenditore Renato Ciarrocchi.
In merito all’accusa di aver chiamato in commissione anche un proprio partente, titolare di una delle ditte creditrici, Tassotti risponde: “Il mio parente non verrà sentito in commissione, bensì le tre ditte che hanno avanzato un’azione legale contro la Rdp e non contro il Comune. In fondo le ditte sono la parte più danneggiata dell’intera vicenda”.
Il presidente torna anche sulla sua incompatibilità spiegando come nell’assise del 25 maggio 2010 lui uscì dall’emiciclo al momento del voto della convenzione per opportunità e non incompatibilità. “Se fossi stato nel sindaco – conclude Tassotti- avrei chiesto a Ciarrocchi la copertura della fidejussione per salvare la Samb. Il timore è che a questo punto Moneti possa stancarsi”. Entro la fine di febbraio sarà pronta la relazione da esporre in consiglio comunale.