SAN BENEDETTO – “Atti di estrema garanzia per i privati e poco per il pubblico”. L’accusa è arrivata ieri sera nel corso della commissione di inchiesta sullo stadio che, dopo aver incamerato la messa in vendita dell’impianto fotovoltaico da parte di Renato Ciarrocchi, ha sentito i consiglieri Emili e Pezzuoli.
È stato tirato in ballo l’Osservatorio regionale per i lavori pubblici chiamato a valutare tutti i contratti pubblici di una certa entità e che invece nel caso stadio sarebbe stato del tutto bypassato.
“In questi due anni l’amministrazione ha difeso gli interessi delle aziende – ha affermato il consigliere Emili- solo dopo che era tramontata l’ipotesi di Fabio Russo si disse che i debiti li avrebbe dovuti pagare la Decasol. Di fronte a un appalto da 5milioni di euro l’Osservatorio regionale andava coinvolto. Anche io all’epoca facevo parte della giunta ma non abbiamo mai approfondito”.
E il consigliere Emili, carte alla mano, parla della determina dirigenziale 616 che avrebbe stravolto la delibera uscita dal consiglio comunale.
Poi gli interrogativi da parte degli esponenti del Gruppo misto: “Perché il petroliere russo non ha partecipato al bando sulla pompa di benzina? Perché l’amministrazione ha speso denaro per una gara che si è risolta con un nulla di fatto?”.
“Sono stati redatti atti – prosegue la Emili – di estrema garanzia per la componente privata quindi la Decasol molto meno per quella pubblica. Fino alla cessione del ramo di azienda”. E proprio quest’ultimo passaggio assieme alla mancata fidejussione sono stati definiti i nodi chiave dal presidente Tassotti in tutta questa vicenda. La Emili ha terminato dicendo: “I controlli sono mancati in tutte le fasi, non sappiamo nemmeno chi è il responsabile unico del procedimento in alcuni passaggi. C’è stato un eccessivo lassismo?”.