SAN BENEDETTO – La sua sembra un po’ la voce (medica) che grida nel deserto. Mario Narcisi, ex primario di Anestesia e Rianimazione del Madonna del Soccorso, continua ad essere uno dei pochi medici a denunciare il processo di “smobilitazione dell’ospedale sambenedettese”.
Nel corso di un dibattito organizzato, proprio sul tema della sanità, dagli Incorregibili Ottimisti, ha sottolineato alcuni aspetto di rilevanti di tutta la vicenda rivolgendosi agli operatori turistici della Riviera delle Palme.
“La più grossa fetta delle presenze turistiche a San Benedetto del Tronto – ha affermato – è rappresentata dalla Terza Età e da Famiglie che scelgono di passare le loro vacanze in una località balneare sicura e assistita adeguatamente da uno Ospedale e da servizi sanitari eccellenti come la stampa nazionale ci aveva sempre riconosciuto. Ora non è più così”.
Il quadro che Narcisi traccia della sanità rivierasca è allarmante: “L’Ospedale di San Benedetto del Tronto attualmente non si può più annoverare tra i 13 Ospedali di Rete delle Marche in quanto non è più in grado di garantire le acuzie e fare fronte a tutte le urgenze -emergenze sanitarie poiché non ha più lo zoccolo dei Reparti di Base che caratterizzano, per Legge, un Ospedale. E’ stato trasformato in una Casa della Salute”.
Da qui l’ex primario di Rianimazione elenca una serie di controsensi: “E’ emblematico il caso, (ma è solo uno fra tanti), del Reparto di Ortopedia dell’Ospedale di San Benedetto che, di fatto, viene smantellato nonostante che tutti i politraumatizzati della strada , del lavoro (e credeteci le occasioni in questo nostro territorio non mancano vista la sua ubicazione, la densità della popolazione e le presenze turistiche estive) vengono scaricati in questo Ospedale, poichè è il primo Presidio ospedaliero che incontrano gli infortunati dell’Autostrada, della Salaria, della Adriatica di questa zona. E’ assurdo che accada questo in questo Ospedale che addirittura doveva essere un Ospedale per acuti, un Trauma Center e avere una Neurotraumatologia, come deliberato dalla Regione”.
E ancora: “La struttura complessa di Cardiologia Ospedaliera, qualche tempo fa tra le “ Top-Ten” d’Italia , è stata declassata a “struttura semplice” e collocata all’interno della Medicina d’urgenza. Dopo le ultime defezioni, di questi giorni, non si riesce nemmeno a organizzare un turno di guardia cardiologica. Questa nuova organizzazione, come peraltro anche altre riorganizzazioni che sono state attuate ultimamente nell’Ospedale di San Benedetto del Tronto, determina una importante caduta assistenziale per i pazienti, in particolare i cardiopatici, che accedono all’Ospedale”.
Quindi l’aspetto legato al turismo: “Tutto ciò è stato fatto senza tener conto che, già ora e in un prossimo futuro vi saranno molti pazienti cardiopatici che avranno già eseguito procedure di rivascolarizzazione (angioplastiche o bypass aorto-coronarici), impianti di pace maker o defibrillatori, ablazioni trans catetere delle aritmie, e che dovranno essere trattati sempre per problemi cardiologici di estrema complessità. Questi pazienti richiederanno la cura una assistenza da parte di medici ed infermieri dotati di ampie competenze in campo cardiologico per poter affrontare al meglio i loro problemi. E’ evidente che ridimensionamento-chiusura della Cardiologia va contro tali previsioni e i pazienti della Terza età che frequentano i nostri Alberghi e le nostre Spiagge non saranno più adeguatamente garantiti”.
Narcisi parla di un progetto che è conseguenza della “mancata trasparenza della Regione” e prosegue parlando di una “Riforma Sanitaria che tollera e crea le condizioni di conflitti di interesse pubblico-privato (come la sanità di confine, le Associazioni pubblico-private dentro gli ospedali pubblici nel Pesarese, la chiusura di Reparti di base, la soppressione di particolari Strutture complesse). Perché l’ASUR non ha il coraggio di dire apertamente alla popolazione dell’Area Vasta n.5 quale sia il destino che si è programmato per l’Ospedale “Madonna del Soccorso”di San Benedetto?”.