SAN BENEDETTO DEL TRONTO. “Il documento sulla sanità è stato completato in ritardo, con il piano sociosanitario della Regione ormai approvato da mesi”. La contestazione arriva da Aurora Bottiglieri e Paolo Canducci e nel mirino finisce in primo luogo il presidente della commissione Umberto Pasquali e il sindaco Spazzafumo. “Il rischio concreto è che il documento si riveli un inutile pezzo di carta. La Regione ha deciso di investire sugli ospedali di Pesaro, Macerata e Fermo, lasciando solo le briciole a San Benedetto del Tronto, con il nostro sindaco che da tempo si mostra molto timido nei confronti del Presidente Acquaroli, accettando supinamente le sue decisioni”.
Gli esponenti di Pd-Articolo Uno-Nos e dei Verdi analizzano nel dettaglio la situazione della sanità locale. “Viene richiesta la restituzione dei 43 posti letto persi negli anni dal nostro ospedale. I posti letto per aziende sanitarie territoriali nel piano socio sanitario regionale sono immodificabili, quindi l’unica possibilità per aumentare quelli dell’ospedale di San Benedetto del Tronto è rappresentata da una pari rinuncia dell’ospedale di Ascoli Piceno. Ipotesi estremamente improbabile viste anche le ultime dichiarazioni del sindaco Fioravanti. Inoltre, nel progetto del futuro ospedale da costruire a Ragnola sono previsti sempre e soltanto 220 posti letto, in piena contraddizione con quanto scritto e richiesto nel documento. Ulteriore conferma di quanto sopra è data dalla notizia di questi giorni secondo la quale all’ospedale di Torrette verranno tolti gradualmente 70 posti letto e assegnati al futuro ospedale di Pesaro; questo non fa altro che confermare che il numero totale dei posti letto regionali è immodificabile.
Bottiglieri e Canducci analizzano ulteriormente il documento redatto: “Si propone la razionalizzazione dei reparti e dei doppioni esistenti tra i due nosocomi di Ascoli e San Benedetto. Cosa si intende? I reparti doppioni dovrebbero sparire o essere ulteriormente ridimensionati? E quali saranno i reparti sacrificati? Nei giorni scorsi la direttrice generale ha già fatto dichiarazioni molto chiare sul punto, dicendo che l’UTIC è una sola ed è ad Ascoli. Nel documento si scrive, altresì, che la vocazione del Madonna del Soccorso è quella dell’urgenza/emergenza e sicuramente i numeri di accessi al Pronto Soccorso lo confermano, ma come si attua un piano del genere se il MURG è chiuso da mesi, il personale è carente e ci appoggiamo a cooperative per l’assistenza? Sarebbe stato più logico chiedere l’immediata riapertura del MURG con relativa dotazione di personale, invece nel documento sanità a riguardo non c’è scritta una riga”.
Ed ancora: “Viene richiesta una seconda Casa di comunità nel distretto nord, richiesta più che legittima e vogliamo ricordare come dai banchi del centrosinistra lo avevamo denunciato a voce alta più volte, anche presentando una mozione a riguardo e i tempi per intervenire allora c’erano tutti; la maggioranza in quella occasione ha preferito alzarsi dall’aula consiliare e non votare. Le Case e l’Ospedale di comunità, il COT sono finanziati dal PNRR ed è noto che gli investimenti previsti si sono rivelati insufficienti per il ritardo con cui sono stati avviati gli appalti, anche questo per inerzia regionale. La conseguenza è stata un aumento dei costi di realizzazione, tanto che l’ulteriore finanziamento per costruirli è arrivato dal Governo centrale tramite il fondo delle opere indifferibili. Più volte in commissione è stato chiesto se i tutti i sindaci abbiano firmato il documento e la risposta è stata elusa sia dal presidente Pasquali che dal sindaco Spazzafumo; infatti firme sotto il documento non ci sono. Ignorati completamente i sindaci della vallata, come se le scelte per la sanità riguardino solo ed esclusivamente la nostra città ed, infatti, le critiche sono piovute copiose ed abbondanti. La sanità Picena non è una partita a scacchi tra il nostro sindaco e quello di Ascoli, dove noi siamo partiti con diverse pedine in meno ed il Sindaco di Ascoli Piceno ha già dichiarato che nessun servizio verrà tolto al Mazzoni di Ascoli. La campagna elettorale del 2021 e soprattutto quella per le regionali del 2020 sono state incentrate entrambe sulla sanità. E’ stato promesso il ripristino dei servizi nel Madonna del soccorso, nuove tecnologie, la riapertura del MURG, l’aumento di personale. In tre anni nulla di quanto promesso è stato mantenuto, eppure per ben tre volte il Presidente Acquaroli e l’Assessore Saltamartini sono venuti a far campagna elettorale nella nostra città con tanto di promesse, ma i risultati ad oggi non si vedono. Cosa prometterà Acquaroli per la imminente campagna elettorale di Fioravanti? Nel maggio scorso in una riunione tra consiglieri e sindaco era stato deciso di diffidare la Regione a provvedere al ripristino dei servizi che occorrono a San Benedetto, invece ora il tavolo ristretto ha deciso di andare a chiedere l’elemosina al Sindaco di Ascoli; facciamo la questua con il cappello in mano. E’ evidente che non abbiamo ottenuto nulla ed assistiamo a sempre maggiori difficoltà per l’assistenza sanitaria, liste di attesa chilometriche che l’Assessore regionale vorrebbe abbattere aumentando il budget al privato, sempre più presente in particolare nella nostra Provincia e che non viene in alcun modo ridimensionato dall’Amministrazione Regionale. I risultati sono un ulteriore depauperamento delle risorse a disposizione degli ospedali, un sempre maggior peso del privato, sempre più personale assunto a tempo determinato, oltre 100 nella nostra provincia, con rinnovi che a ogni scadenza sono a rischio, costose cooperative al Pronto Soccorso, fuga di medici e di personale sanitario verso altre strutture, personale che va in pensione e non viene sostituito. Per non parlare della Risonanza magnetica comprata con i fondi messi a disposizione dal PNRR. Esiste uno studio di fattibilità per installarla al Madonna del Soccorso, ma i soldi per fare i lavori non ci sono; speriamo vivamente che l’apparecchio non prenda altre vie impoverendo ulteriormente il reparto di radiologia, che è stato sempre un vanto per il nostro nosocomio, ma che non è lo è più da tempo. Ci auguriamo che l’incontro con la dottoressa Natalini programmato per il 19 dicembre permetta un vero confronto sulle innumerevoli problematiche che sta vivendo la sanità picena, a partire dall’urgente stabilizzazione del personale precario, e che sia dato modo di intervenire a tutti i consiglieri, ai sindaci, ai sindacati , alle associazioni, ai cittadini che chiedono alla Regione risposte e non più promesse”.