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Sanità, duro scontro in Regione: «Il pronto soccorso di San Benedetto è andato in tilt»

L'affondo di Celani (FI): «Ceriscioli affidi la sanità a persone senza tessera del Pd ma con capacità ed esperienza»
Pubblicato il 7 Settembre 2017





ASCOLI PICENO – “Ceriscioli promise latte e miele per la sanità, disse che sarebbe stata il fiore all’occhiello della Regione. Ma io vedo solo il buco nero dell’occhiello”. Testo e musica di Piero Celani, consigliere regionale di Forza Italia che torna all’attacco proprio sulla sanità. “Un buco nero – afferma – che ha ingoiato e sta ingoiando quel che resta della sanità nel sud delle Marche. Siamo sempre stati considerati terra di confine ma non pensavamo proprio che saremmo stati costretti a rivolgerci a Medici senza Frontiera per avere servizi sanitari. I proclami del governatore sono rimasti proclami ma il corpo malato della sanità picena non può essere curato con una semplice aspirina”.

L’ex presidente della Provincia scende nel dettaglio: “Il Pronto Soccorso dell’ospedale di San Benedetto è andato in tilt – dice -. con decine e decine di pazienti costretti a fare lunghe file. Eppure non occorreva uno studioso di flussi demografici per sapere che San Benedetto, nel periodo estivo, triplica il numero degli abitanti. Alcune sale operatorie del Mazzoni, dopo appena un anno dalla loro inaugurazione, dovranno prossimamente essere chiuse, per riparare i pavimenti. Ma questo altro non è stato che uno dei tanti capitoli di una gestione deficitaria che da anni, purtroppo, sta penalizzando gli ascolani e i sambenedettesi. Interi reparti chiusi o accorpati (se va bene) nel periodo estivo per mancanza di personale. Servizi che vengono smantellati anziché potenziati nella logica del “tutto ad Ancona” e le due strutture, Mazzoni e Madonna del Soccorso, continuamente depauperate, loro sì, dei fiori all’occhiello”.

Celani è critico anche sul discorso relativo all’ospedale unico: “Impazza il dibattito dell’ospedale unico – afferma – come se fosse la panacea di tutti i mali. All’epoca della rivoluzione maoista, le guardie rosse della rivoluzione curavano tutti i mali con l’imposizione del libretto rosso di Mao, dai tumori al mal di testa… Ma la scienza medica, oggi, ci dice che per curare i guai del corpo occorrono strumenti all’avanguardia, personale specializzato, servizi al passo coi tempi e non con gli annunci di un ospedale che, forse, verrà. E mentre il domani resta domani, l’oggi viene progressivamente smantellato, depotenziato. Ne sanno qualcosa i pazienti che rassegnati in attesa di una visita ambulatoriale, finiscono per rivolgersi alle strutture private o a quelle pubbliche di altre regioni. Ma la Regione ed il suo Presidente , tirano dritto, senza ascoltare le sacrosante esigenze della popolazione del sud delle Marche”.

Quindi l’appello al presidente Ceriscioli: “Porti a termine la riforma sanitaria che ha voluto gestire in prima persona oppure faccia un passo indietro. Affidi la sanità nelle mani di professionisti competenti che al posto della tessera del PD abbiano capacità ed esperienza. Abbiamo già tante macerie ancora da rimuovere. Non aggiungiamone di nuove”.



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