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Ripatransone, Ubaldo Maroni lascia il Pd. “Nessuna autocritica dopo il flop delle elezioni”

L'ex primo cittadino se ne va: "Il partito si sta trasformando in un insieme di comitati elettorali basati solo su interessi e personalismi"
Pubblicato il 8 Luglio 2017





RIPATRANSONE – Ubaldo Maroni se ne va dal Pd. L’ex sindaco ripano e già presidente del consiglio provinciale e assessore a palazzo San Filippo ha ufficializzato la propria decisione di lasciare il partito. A monte la debacle elettorale che ha visto l’unico candidato in corsa perdere contro il quorum, ma anche una sorta di trasformazione che, secondo Maroni, il partito avrebbe subito negli ultimi tempi.

“Negli ultimi anni, e in particolare negli ultimi mesi – afferma l’ex sindaco – ho più volte esternato il mio disappunto politico nei confronti dei metodi di gestione sia del Partito Democratico Nazionale sia di quello locale che – secondo me – si sta trasformando in un insieme di “comitati elettorali” basati solo su interessi e personalismi, sempre più lontani dagli ideali del partito”.

Maroni guarda alle elezioni del mese scorso parlando di “mortificante risultato” e commenta: “Dopo quanto accaduto nessuna analisi, nessuna autocritica è stata fatta tra gli iscritti al PD, né si sono visti commenti e riflessioni sulle bacheche della (vuota) sezione locale. Le sporadiche considerazioni emerse assomigliano solo a un patetico tentativo di spacciare l’esito delle urne come un successo. Da tutto questo emerge l’immagine di un partito in cui non si discute più, in cui si finge di dibattere e dialogare su decisioni in realtà già prese, al di là e al di sopra dei reali bisogni e delle aspettative dei cittadini”.

“La campagna elettorale ripana – continua Maroni – è stata gestita in modo solo apparentemente democratico, specie per quanto concerne il percorso seguito per la scelta del candidato Sindaco. Nonostante, infatti, fossero emerse altre candidature, non si è ritenuto opportuno fare ricorso allo strumento democratico delle primarie, previste dallo statuto del Partito Democratico. Eppure sarebbe stata una bellissima opportunità per coinvolgere davvero la cittadinanza, sensibilizzandola e stimolandone la partecipazione alla vita politica, evitando che tutto fosse percepito come una “scelta dall’alto”. È questo, probabilmente, uno dei tanti motivi che ha spinto molti cittadini a non recarsi alle urne o a esprimere il proprio dissenso attraverso le innumerevoli schede bianche e nulle (14,8%). Una sana, costruttiva e obiettiva autocritica, inoltre, non avrebbe tenuto conto solo del 45% dei cittadini che si è recato alle urne ma avrebbe cercato la motivazione di quella maggioranza che ha scelto l’astensione, il voto disperso, il voto di protesta”.

Salutando tutti, Maroni augura un altro tipo di futuro: “Spero che si riescano finalmente a superare i protagonismi, la rassegnazione ma, soprattutto, si abbia il coraggio di puntare su una nuova classe dirigente (con o senza esperienza politica) da cui possa emergere un futuro Sindaca/Sindaco e un’Amministrazione propositiva, coinvolgente, intraprendente, ottimista, sincera, lungimirante e umile. Per quanto mi riguarda, purtroppo, non mi sento più di far parte del partito democratico. Vivo una grandissima delusione, carica anche di tutto il percorso di formazione politica che ho seguito, dalla Democrazia Cristiana fino ad oggi. Ho creduto davvero che con il PD potesse nascere un partito autenticamente democratico, capace di farsi portavoce di ogni cittadino e di costruire un percorso di partecipazione e di valorizzazione dei talenti di cui il nostro territorio è ricco. Ma ormai considero chiusa la mia esperienza politica e, soprattutto, il rapporto con il Partito Democratico a cui ho aderito con grande speranza ma che oggi vedo trasformato. Lascio con amarezza e profonda tristezza, nel ricordo del grande lavoro e dei piccoli-grandi risultati conseguiti negli anni in cui ho amministrato con il partito e nel partito. Come iscritto al PD e come cittadino ho sempre cercato il contatto con la popolazione, impegnandomi per coglierne le esigenze, le preoccupazioni, le speranze”.

“Posso dire – chiosa Maroni – senza timore di essere smentito, di aver sempre onorato in maniera disinteressata e appassionata ogni carica da me ricoperta: Sindaco, Presidente del Consiglio Provinciale, Assessore Provinciale, oltre ad altri incarichi regionali e nazionali. Il lavoro comune e congiunto, la sinergia delle intenzioni e l’impegno fattivo hanno determinato ogni mia azione nel lungo percorso compiuto fino a oggi. Auspico che, in questo momento di transizione per Ripatransone, tutte le Associazioni culturali, sociali e religiose presenti sul territorio si impegnino maggiormente per amplificare la propria vitalità e il proprio supporto alla comunità. Anche a esse è affidato il compito di incoraggiare la nascita di un nuovo gruppo, di ricostituire dinamiche di partecipazione e condivisione, di ricomporre la trama di quel tessuto sociale oggi sfibrato, proprio come me che, dopo una vita al servizio della politica, chiudo questo percorso con grande delusione ma, fortunatamente, senza rammarichi”.