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Primavera contro Piunti: “Non fa case popolari e le rifiuta pure. Una vergogna”

L'ex consigliere comunale sulla questione dell'edilizia popolare: "Avevo fondati pregiudizi"
Pubblicato il 24 Ottobre 2019

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – La questione dell’edilizia sociale continua a tenere banco e Daniele Primavera, responsabile locale dell’Unione Inquilini ed esponente di Rifondazione Comunista, torna a mordere l’amministrazione comunale dopo una prima contestazione andata in scena durante l’assise di martedì. “Provavo un motivato pregiudizio nei confronti di Piunti e della sua giunta”, afferma l’ex consigliere comunale. “Il pregiudizio era che non sarebbero stati in grado di fare assolutamente nulla in termini di pianificazione urbanistica, nulla di nulla, perché nessuno dei componenti che la compongono, che io sappia, ha un’idea anche solo vaga di quale possa essere lo sviluppo futuro della città. Tantomeno il sindaco e assessore all’urbanistica, del quale sono stato collega in consiglio comunale, e che ricordo benissimo quanto fosse concentrato a segnalare buche e marciapiedi alla stampa, ma non ricordo un solo serio intervento del Piunti consigliere sui temi della pianificazione urbanistica. Il nulla assoluto”.

Primavera parla di Piunti come del “primo sindaco che teorizza che il piano regolatore non serve (quand’era vicesindaco, quindici anni fa, la sua amministrazione sosteneva il contrario, tanto che pagò centinaia di migliaia di euro un PRG mai approvato; quindici anni dopo non serve più, strano. Molto meglio costruire a caso quando lo propone qualche privato, sperando non ci siano cugini di mezzo). Non pensavo però che sarebbe stato capace di fare danni, con cattiveria, con arroganza, con incompetenza”.

L’esponente di Rifondazione Comunista parla di quaranta mesi di totale immobilismo senza che sia stata pianificata una singola zona residenziale pubblica. “Non solo, ha pure deciso, attivamente, di rifiutare 1600 metri quadrati di edilizia residenziale che avrebbe potuto ottenere, a costo zero, all’interno di un progetto di riqualificazione. Insomma, non solo non fanno le case popolari, ma le rifiutano anche. E contemporaneamente dicono che per loro “la prima cosa è il sociale”. Sfottono, anche. Arrivando con una faccia tosta da record a dire che i loro “interventi sociali” sono le piazze e le pinete dove le mamme possono portare i bambini. Meno male che non hanno nominato il Brucomela, perché ci mancava solo quello come intervento sociale. Se fossi in chi ha votato e sostenuto questa penosa scelta politica, che arriva dopo 3 anni e mezzo di nulla, io mi vergognerei ad andare in giro. Puoi dire che “non ci sono solo le case popolari” se in 3 anni e mezzo qualcosa, in quel settore, hai fatto. Ma se non hai fatto niente non puoi dirlo. E infatti ieri l’intera maggioranza, tranne il temerario soldato Balloni, autore di uno dei più cinici interventi della storia, s’è vergognata e nessun consigliere s’è alzato per prendere la parola e difendere questa sciocchezza, pesantemente offensiva verso chi soffre il disagio abitativo. Come dire “sei senza casa, ma puoi andare sull’altalena”. Però alla fine tutti, disciplinatamente, hanno alzato la mano”.

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