SAN BENEDETTO – “L’operazione fotovoltaico avrebbe portato dei benefici economici per la Sambenedettese per circa 150mila euro ogni anno. Quando l’idea fu proposta al sindaco Gaspari rimase entusiasta, a condizione che all’interno del progetto fosse inserito anche l’adeguamento al decreto Pisanu”.
Una delle tante puntualizzazioni e correzioni che l’ingegner Enrico Cinciripini, socio della Rdp, ha apportato nel verbale “scottante” della sua audizione che ha provocato scintille nell’ultima riunione della commissione stadio. Verbale che non ha visto l’approvazione dei consiglieri di maggioranza.
Cinciripini ha ripercorso l’intera vicenda della messa a norma del Riviera delle Palme partendo dalle circostanze che avevano portato alla partecipazione al bando promosso dal Comune, dove era stato preso come esempio lo stadio Bentegodi di Verona. L’allora presidente Sergio Spina avrebbe avuto l’idea di rendere autonoma la Sambenedettese con l’obiettivo di portare nelle casse della società un consistente importo annuo.
Secondo la ricostruzione di Cinciripini la proposta iniziale prevedeva che gli svizzeri della Dalbe avrebbero pagato un importo pari a un milione e 600mila euro di diritti alla Samb per lo sfruttamento del fotovoltaico sulla copertura dello stadio, mentre i costi di adeguamento al decreto Pisanu, che avrebbero dovuto essere a carico del Comune e che erano quantificabili in un milione e mezzo, vennero, successivamente al colloquio con Gaspari, accollati ai privati proponenti e quindi inseriti nel bando.
Un intervento da 6milioni e 100mila euro, di cui un milione e 600mila per la copertura a carico degli svizzeri, un milione e mezzo per l’adeguamento al decreto Pisanu e 3milioni il fotovoltaico a carico degli svizzeri. Da qui la sottoscrizione della convenzione nel giugno 2010.
A questo punto della storia spuntano i famigerati articoli 20 e 21 della convenzione, che prevedevano la revoca per un generico interesse pubblico senza alcuna penale nel caso in cui il Comune avesse, a seguito della revoca, “espropriato” l’impianto fotovoltaico per un generico interesse pubblico.
Un passaggio cruciale tanto che Cinciripini arriva ad affermare: “Se questi articoli fossero stati modificati prima della fine dell’anno 2010 e non l’anno dopo, lo stadio sarebbe stato completato nei tempi e nei modi iniziali degli Svizzeri e avremmo parlato di tutta un’altra storia”.
Ecco evidenziato da parte dello stesso Cinciripini un primo errore della società Rdp, che non avrebbe dovuto accettare la convenzione stipulata in questi termini, mentre fu dato semaforo verde perché non c’era tempo da perdere. Ma sempre l’ingegnere ricorda: “Ci fu promesso dal sindaco che, qualora fossero sorte rilevanze da parte delle banche, si sarebbe rivista la convenzione”. Sempre nel tavolo della commissione dello scorso gennaio arriva la domanda delle domande: “Perché non è stata emessa una fideiussione?”.
“Il Comune – risponde Cinciripini – non ha tirato fuori neanche un euro e i diritti di superficie per l’impianto fotovoltaico non valevano certo 3milioni e 100mila euro, bensì solo un milione e 600mila euro più 8mila euro l’anno inoltre il Comune si è tolto l’onere della realizzazione delle opere del decreto Pisanu che comunque prima o poi doveva fare”.
Ad oggi dei lavori effettuati per la messa a norma risultano pagati 2.161.000 mentre sono ancora da saldare 930mila euro. L’altro “mea culpa” che denuncia Cinciripini la decisione di lui, Spina e Pignotti di farsi carico della Rdp per evitare il fallimento in quanto la proprietà svizzera avrebbe portato i libri contabili in tribunale. Il nodo critico del caso stadio gravita attorno alla penalità.
Da qui la domanda che Cinciripini ha posto in sede di commissione a più riprese: “Perché a maggio 2011 è stata modificata la convenzione con una penalità prevista di circa 4.906.000 euro, superiore ai 3milioni chiesti dagli svizzeri e che a novembre 2010 i funzionari comunali negarono?”. Al riguardo Cinciripini ha dichiarato che sono stati fatti due incontri su questo specifico argomento negli uffici comunali con esito negativo, diversamente da quanto avevano dichiarato i funzionari del Comune.
Non si capisce perché pur non essendo cambiata alcuna legge o regolamento la modifica è stata fatta sei mesi dopo causando un danno di 1.100.000 euro, per della diminuzione della tariffa dell’impianto fotovoltaico e quindi i diritti per tale impianto sono passati da 1.600.000 a 500mila euro. A questo punto il presidente Tassotti ha chiesto se i 930 mila euro sono debiti effettivi. Cinciripini ha ribadito che si tratterebbe di debito effettivo, rappresentando una parte dei circa 3milioni e 100mila euro di lavori e ha stimato che gli importi investiti da T&C nell’impianto fotovoltaico supererebbero di poco i 2milioni e 200mila euro.