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Niccolò Dondoni alla scoperta di Cossignani L.E. Tempo: “Un spazio curioso di coraggio e creatività”

La visita nella realtà massignanese: "La Val Menocchia è il luogo che non ti aspetti"
Pubblicato il 13 Luglio 2023

di NICCOLO’ DONDONI

“La passione vera non ha bisogno di riconoscimenti e ricchezze, ha già in se tutto ciò che serve e chiede solo di poter correre senza fermarsi.”

Letizia ed Edoardo non hanno avuto certo paura di lasciar spazio alla propria immaginazione, ricercando se stessi nella bellezza di orizzonti inesplorati. L’ignoto rappresenta tutto ciò che conta realmente nella vita, forse proprio per la tendenza ad abituarsi ad ogni cosa, o forse no. Chissà. Cossignani L.E. Tempo è uno spazio curioso, che prende forma attraverso coraggio, creatività, ma soprattutto umanità. Un gran bel motivo di orgoglio per chi si emoziona ancora nel percepire un territorio, ma anche un punto di riferimento per tutte le persone che non riescono a trovare la forza per stravolgere la propria vita, per dedicarsi a ciò che amiamo veramente.

Mi piace immaginare la vendemmia come un lungo viaggio, in cui credo sia necessario avere pazienza, indispensabile per raggiungere poi la meta idealizzata. Due bolle estremamente affascinanti, che Marta, cara amica comune della Tenuta Cocci Grifoni, definirebbe “testimoni” di un nuovo capitolo, da raccontare con cura. Non avrei mai pensato di avere il piacere, ma anche l’onore, di pensare ad un parallelo tra la regione in cui sono cresciuto e la presentazione della nuova versione dell’app della guida alle “Bollicine del mondo” targata Identità Golose. È partito tutto da quel “Viva le Marche” scandito sul palco, lo stesso motto che mi ha ricordato quanto sia bello rendervi partecipi del suo valore umano. Vorrei fare un passo indietro però, fino al 18 Agosto 2022, giorno del compleanno di mio padre. Giardino Don Diego a Grottamare, un tavolo per tre in compagnia di mia sorella Rebecca e quella grande voglia di condividere con loro l’inizio del percorso editoriale, festeggiando con una bottiglia di “Trebbien”.

Potrei parlarvi dei Piceni Invisibili, dei Piceni che verrano e di tanto altro ancora, ma preferisco sottolineare il filo conduttore di ciò che vi sto per raccontare. Prima di scrivere il mio primo articolo sono entrato in punta di piedi nella cantina di Valter Mattoni, dove ad accogliermi c’erano Andrea ed Alessandra, oltre alla “Roccia”, soprannome indelebile scelto dagli amici dell’Osteria dell’Arancio. Credo che nulla accada per caso nella vita e quel giorno al ristorante di Zaccaria Alesiani, figlio di Michele (proprietario del punto di ritrovo dei Piceni Invisibili), c’era il grande Paolo Marchi, riferimento enogastronomico nazionale a dir poco credibile, nonché fondatore di Identità Golose. Un incontro indelebile, data la qualità del tempo e dei pensieri dedicati, diventati poi consigli da approfondire nel quotidiano. Da Walter, mio padre, a Valter Mattoni, passando per il “Diavolacciu” Gianluca Piernera della cantina Ninni e tanti altri amici del vino, in grado di prendere a cuore la mia causa, insegnandomi tanto, senza chiedere nulla in cambio. Anche se forse l’unico pegno indispensabile sta nella lealtà dei rapporti umani, basati su valori ormai inediti, senza i quali il tutto assumerebbe connotati effimeri. Oltre la superficie c’è un mondo meraviglioso, che ho scoperto un passo dopo l’altro, senza alcuna fretta. Vi riporto alcune parole di Cinzia Benzi, che ci tengo a ringraziare per l’invito, ma anche e soprattutto per una serie di pensieri profondi riguardo ad uno dei miei primi racconti, che mi auguro possano rappresentare uno spunto per quei tanti che non riescono a non fermarsi davanti a ciò che appare: “La qualità di un articolo si fonde, a mio giudizio, dall’Animo del narratore che sceglie, parola per parola, la trama migliore per far arrivare un messaggio sapendo argomento e, al contempo, cercando di arricchire ed arricchirsi.”

Credo ci sia poco altro da aggiungere, se non che lo spazio dedicato alle “Bollicine del mondo” abbia lo sguardo verso il futuro e sono davvero orgoglioso di aver ammirato Filippo Antonelli, premiato per la bolla di Trebbiano Spoletino, che rende onore al grande lavoro che si nasconde dietro l’etichetta, da parte di un team meraviglioso. Un pensiero va naturalmente a Livia ed Irene, lontane dal papà, ma pur sempre fiere ed orgogliose di sorprendersi riguardo al valore della loro cantina, capace di raccontare fedelmente il territorio di Montefalco, ma anche e soprattutto quello della regione in cui sono nato: l’Umbria. Un posto incantevole, in cui dare valore a quel tempo, spesso dimenticato, elemento indispensabile per ricordarsi di percepire l’istante, rendendo onore al lato umano di ogni calice di vino. Una descrizione parallela di due posti non molto lontani, che porto nel cuore. Da Cossignani ad Antonelli, alla ricerca di connessioni sincere. Ci sarà modo e tempo per tornare a parlare dei Piceni Invisibili, senza i quali non sarebbe così gratificante raccontare la storia di vignaioli visibili, come LETIZIA ed EDOARDO, a cui auguro di far emozionare tanti appassionati del mondo, tra Pecorino, Sangiovese e quella poesia indispensabile, per mettere nero su bianco nuovi ricordi.

Ringrazio Antonia Barra di Casa dei Bachi, persona speciale senza la quale non avrei mai vissuto questi frammenti di vita autentici.

La Val Menocchia è il luogo che non ti aspetti. Passate a trovarvi, prendendovi un po’ di tempo per voi.

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