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“Il mio campo libero”, nel carcere di Marino un torneo all’insegna della rieducazione e della legalità

Un'atmosfera di grande entusiasmo e determinazione ha caratterizzato il torneo di calcio a 6 nella casa circondariale
Pubblicato il 27 Febbraio 2024

ASCOLI PICENO. Nel campo di gioco della casa circondariale di Marino del Tronto, un’atmosfera di grande entusiasmo e determinazione ha caratterizzato il torneo di calcio a 6, un evento fortemente voluto dal Csi provinciale in stretta collaborazione con l’amministrazione penitenziaria. Sabato 24 febbraio, si sono affrontate le seguenti squadre: Detenuti “A” contro Ykk (1-3); Detenuti “B” contro Arti & Mestieri (2-1) con calci di rigore; Provincia contro Confindustria (1-2). Durante la manifestazione sportiva, ha preso parte anche il vescovo Gianpiero Palmieri, dimostrando così la sua vicinanza alla popolazione carceraria.

Le squadre sono state rappresentate da giocatori di grande valore, tra cui Pio di Teodoro per la Provincia, Riccardo Collina per Arti & Mestieri, Massimo Andreani per Ykk, Gianni Tardini per Confindustria, e Gigi Bamonti che ha rappresentato sia la Provincia che Confindustria.

Il torneo fa parte del progetto “Il mio campo libero”, un’iniziativa di spicco della stessa struttura carceraria, che pone l’accento sulla rieducazione e la riabilitazione motoria dei detenuti, in linea con i principi sanciti dalla nostra Costituzione. È stato straordinario il lavoro svolto per la realizzazione dell’evento, con il presidente del Centro Sportivo Italiano (Comitato Territoriale di Ascoli) Antonio Benigni, in collaborazione con l’istruttore e responsabile del progetto Valentino D’Isidoro, Eleonora Sacchini del Csi, la direttrice del penitenziario Daniela Valentini, e il capo dell’area educativa Cristina Sabatini.

Questa manifestazione non solo ha offerto un’opportunità per praticare lo sport e divertirsi, ma ha anche contribuito a promuovere valori di solidarietà, inclusione e riabilitazione all’interno della comunità carceraria. Si tratta di un esempio tangibile di come lo sport possa essere un’efficace strumento di integrazione e reinserimento sociale.

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