ASCOLI PICENO – Un elettrocardiografo a servizio del poliambulatorio di Arquata grazie alla generosità dell’Avis. Nei giorni scorsi, infatti, Massimo Lauri presidente dell’Avis regionale Marche e Dino Lauretani presidente dell’Avis provinciale di Ascoli hanno consegnato al dottore Italo Paolini, presso la sede del Comune di Arquata, alla presenza del sindaco Aleandro Petrucci e del consigliere Berardino Camacci, l’importante strumento che la clinica Giovanni XXIII di Monastier di Treviso ha donato al Centro Socio-Sanitario. «Una realtà che si è avvicinata al nostro territorio tramite l’Avis Veneta – dice il presidente Lauretani – e che fin dal primo momento dopo il sisma, si è dimostrata molto vicina alla nostra Avis e dunque alle nostre iniziative, donando in diverse occasioni non solo somme importanti ma anche attrezzature». In tale occasione il presidente dell’Avis regionale ha consegnato a Nello Gattoni l’attestato di finalista al “Proemio Samaritano” dall’Avis Riviera del Brenta con il patrocinio delle Avis nazionale, regionale Veneto e provinciale Venezia.
Si tratta di un riconoscimento dedicato alle persone semplici che spontaneamente compiono gesti di ordinaria umanità a favore del prossimo, senza esitare e senza attese. Nella scelta della persona alla quale conferire questo riconoscimento, che si svolge con cadenza biennale, l’Avis Regionale Marche quest’anno ha voluto segnalare la storia di un cittadino del territorio e dunque è stato scelto Gattoni, vigile urbano in pensione, che si è prodigato, sin dalle primissime ore dopo il sisma, ad aiutare i suoi concittadini. La casa dell’arquatano era stata danneggiata gravemente dal terremoto, ma lui ha scelto comunque di restare e non lasciare il territorio nel quale è nato ed ha sempre vissuto. Inizialmente ha fornito un prezioso aiuto coadiuvando i volontari nell’area di accoglienza, che era stata allestita per fronteggiare l’emergenza sfollati e come supporto a tutti coloro che operavano nel territorio di Arquata.
«Nello si è rivelato un grande esempio di volontariato ma soprattutto l’espressione di un amore autentico verso la propria terra martoriata dal sisma – commenta Lauretani -. Dopo l’esperienza del terremoto ha capito come la donazione di sangue sia solo uno dei tanti modi per essere utile ai più bisognosi; e come si possa fare tanto facendosi coinvolgere in un vortice di buone azioni. L’Avis picena è sempre più impegnata a diffondere questo tipo di cultura, donare il sangue per essere di supporto alla cittadinanza attiva. Gli esempi li abbiamo davanti agli occhi: la Clinica Giovanni XXlll di Monastier, che non mette il profitto davanti a tutto, Nello che non si è fatto spaventare dal terremoto perché doveva aiutare i suoi concittadini e ne potremmo citare tanti».