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C’è un cuprense tra i disegnatori di Mila, il corto d’animazione sulla Seconda Guerra Mondiale

Pubblicato da 

Donatella Rosetti
 sabato 18 Aprile 2015

L’8 Aprile si è tenuta l’anteprima presso i Cinecittà Studios del corto di Mila, un cartone CGI (Computer Generated Imagery) internazionale ideato da Cinzia Angelini, ex animatrice e story board artist alla DreamWorks e adesso story board artist alla Illumination Entertainment.

Cinzia si è ispirata per la storia ai racconti della mamma e della nonna sulla Seconda Guerra Mondiale, in particolare del Settembre del 1943, periodo in cui è ambientata la storia.

Il progetto è no budget ed è composto da volontari che hanno deciso di aderire in modo autonomo.

Tra i numerosi animatori, provenienti da venticinque paesi in tutto il mondo, figura il nome di Giacomo Mora, cuprense, al secondo anno della scuola online di animazione 3D, Squash’n’Stretch di Filippo Dattola. L’ho incontrato per parlare della sua esperienza e della presentazione del film animato a Roma che è ancora in corso di realizzazione.

Come sei arrivato all’animazione?

Mi è sempre piaciuto disegnare e in particolar modo dare vita a quello che buttavo giù sul foglio. Ho frequentato il Liceo Artistico a Porto San Giorgio e l’Accademia di Belle Arti a Macerata. Sono giunto a conoscenza di Mila tramite la scuola di animazione di Filippo Dattola, animatore alla Industrial Light & Magic (una divisione della Lucas Film Ltd)  di Londra, che è ora Lead Animator del progetto, oltre ad aver collaborato a film importanti di prossima uscita come Avengers: Age of Ultron, Ant Man e Star Wars Episode VII. I miei lavori sono piaciuti e mi hanno accettato nel gruppo.

In cosa consiste nello specifico il tuo ruolo?

Ho iniziato come Junior Animator e mi erano affidate animazioni di background, cioè camminate, cicli di corsa e varie azioni di personaggi secondari. Sono stato poi promosso ad animatore e poco dopo a lead animator, sostanzialmente un supervisore all’animazione, e mi sono occupato delle animazioni principali del personaggio di Mila e della mamma. Il mio operato è stato apprezzato e per me è stata una bella soddisfazione dato che i complimenti sono arrivati da persone che stanno ai massimi livelli dell’animazione come Cinzia, che ha realizzato cartoni come Balto, Il Principe d’Egitto, Spirit, Bolt, Open Season, Spiderman 2 di Sam Raimi animando Spiderman e Doctor Octopus e adesso Cattivissimo me 3.

Il lavoro da supervisore si svolge in questa maniera: prima parlo con Cinzia e Filippo per capire la sequenza, come e cosa dovrà trasmettere, di seguito assegniamo gli shot agli animatori che ci lavorano su. Lo stesso procedimento vale per me in qualità di animatore. E’ una collaborazione fluida e non dittatoriale che assomiglia ad uno scambio di idee.

Come ti trovi nel team?

Benissimo. Sono persone alla mano e umili. E’ un’esperienza stupenda. E’ una bella sfida dare vita ad una ragazzina e tentare di vedere la realtà attraverso i suoi occhi, le sue espressioni e i suoi piccoli movimenti. Mi sono dedicato con passione a Mila dato che la Seconda Guerra Mondiale è il mio periodo storico preferito.

Come è andata la presentazione a Cinecittà?

Eravamo assieme a Cinzia un gruppetto di persone, ognuno che parlava per il suo diverso compito(matte painting, lightning, modellazione 3D, rendering, ecc.). Parlare in pubblico è stato imbarazzante ed elettrizzante allo stesso tempo. Ci siamo conosciuti di persona anche tra noi perché fino a quell’istante ci eravamo tenuti in contatto via email, Skype e un forum dedicato. Ho cercato di assorbire ogni parola di Cinzia al cento per cento.

Se il cortometraggio andrà bene, esiste la possibilità che Mila abbia un film tutto suo?

Non è una questione che mi compete e non conosco bene le dinamiche gestionali di un film ma economicamente credo non sia possibile. A meno che non si faccia avanti qualcuno che sia veramente interessato e possieda i mezzi necessari per investirci sopra.

Quando uscirà il film?

Penso tra un anno circa, c’è ancora parecchio lavoro da fare.

Come si struttura un cartone moderno?

La parte 2D manuale c’è sempre dalla costruzione dello story board alla creazione dei personaggi agli sfondi, allo studio dei colori. Il 3D è la parte finale che digitalizza questi elementi. La differenza fondamentale è che nel 3D abbiamo un personaggio tridimensionale con dei controlli su tutto il corpo come una marionetta mentre nel 2D il personaggio viene sempre ridisegnato. Un motore di rendering traduce texture di vestiti, colori, luci e tutto ciò che è presente nella scena nel prodotto finale dandogli un effetto fotorealistico.

Stai pensando di trasferirti all’estero per avere una conoscenza a 360° di questo mondo?

Sì, è indispensabile. Qui in Italia questo tipo di animazione (CGI) è ancora in fase embrionale, quindi il mio sogno è trasferirmi a Londra o a Los Angeles dove ci sono enormi studi di animazione in cui mi sarà possibile sviluppare questa abilità e crescere professionalmente.

© LA NUOVA RIVIERA|RIPRODUZIONE RISERVATA

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