SENIGALLIA. Un uomo di 55 anni di Jesi è stato ingannato dalla sua insegnante di canto, una donna di 60 anni di Fabriano che lo ha convinto a investire i proventi della vendita di due immobili in operazioni rischiose, come investimenti in società di trasformazione di materie prime e in oro e diamanti.
La donna si è presentata come broker finanziario, pur non avendo alcuna qualifica ufficiale.
Simile strategia è stata adottata da un suo complice, un uomo di 48 anni, anch’egli di Fabriano, che ora si trova in carcere in Svizzera per il suo coinvolgimento in un gruppo criminale organizzato. L’uomo si sarebbe spacciato per promotore finanziario, nonostante avesse perso l’abilitazione nell’ottobre 2013, quando si era cancellato dall’albo dei consulenti finanziari. Inoltre, si presentava come amministratore di due società prive delle autorizzazioni per operare in Italia.
I due sono ora a processo con l’accusa di esercizio abusivo della professione di intermediari finanziari e truffa ai danni del 55enne jesino. Tra il 2012 e il 2017, la vittima avrebbe investito 285.000 euro seguendo i consigli dei due truffatori, con la promessa di guadagni elevati. Tuttavia, ha ricevuto indietro solo 181.000 euro, subendo una perdita superiore ai 100.000 euro. I sospetti sono sorti quando l’uomo ha chiesto di recuperare il denaro investito per comprare una nuova casa dopo aver venduto due immobili. Quando l’atto di compravendita si avvicinava, ha capito di essere stato raggirato, poiché la sua insegnante di canto e il finto broker continuavano a rassicurarlo con e-mail e messaggi sulla solidità degli investimenti, inventando scuse per giustificare i mancati pagamenti e i ritardi nei rimborsi.
Tra le scuse utilizzate, anche l’instabilità geopolitica in Mali e Burkina Faso, da cui sembrava provenissero oro e diamanti in cui l’uomo pensava di aver investito. I soldi, invece, sarebbero confluiti nelle società del finto broker 48enne, registrate legalmente in Inghilterra, configurando un’aggravante legata alla transnazionalità della truffa.
Per anni, il 55enne jesino, rappresentato dall’avvocato Alessandro Sorana, è stato costretto a vivere in condizioni di difficoltà economica, influenzando negativamente il suo rapporto con la moglie e costringendolo a chiedere prestiti ai parenti per andare avanti. Ieri, il giudice Maria Elena Cola si è dichiarata incompatibile per il caso e ha rinviato l’udienza a mercoledì prossimo per ulteriori decisioni.