GROTTAMMARE • Cabaret Amoremio è ormai alle porte. Il 5 e il 6 Agosto si terranno le due serate che selezioneranno il comico dell’anno e saranno consegnate le due Arance d’Oro rispettivamente a Francesco Guccini e a Diego Abatantuono. La serata sarà presentata da Enzo Iacchetti e Laura Freddi, la quale possiede una spiccata attitudine comica sia sotto i riflettori che nella vita di tutti i giorni.
Che cosa significa presentare Cabaret Amore Mio per il terzo anno consecutivo?
Ringrazio il direttore artistico Enzo Iacchetti, che oltre ad essere un amico nella vita, è un grande professionista con cui ho lavorato per parecchio tempo. Per me è un piacere e un onore essere riconfermata per il terzo anno. Ho vissuto delle forti emozioni nelle passate edizioni del festival, ho incontrato artisti diversi e come sempre ho imparato qualcosa di più. Anche quest’anno ci siano tante emozioni da vivere e cose nuove da imparare.
Che rapporto ha con la comicità in generale?
E’ un rapporto naturalmente spontaneo dato che io già sono comica nella vita senza accorgermene. A volte mi sento buffa e goffa. Due anni fa ho trasferito questo modo di essere anche nelle commedie comiche in teatro, sfruttando al meglio questo particolare del mio carattere. La mia è una comicità innata da scoprire piano piano. All’inizio è stato difficile trovare i propri tempi comici ma studiando, facendo pratica ed esperienza, sono riuscita a tirarli fuori dal loro nascondiglio. Sul palco di Cabaret Amore Mio il mio lavoro è facilitato dalla presenza di Enzo con il quale le battute escono spontanee perché lo conosco bene. Ci tengo a precisare che all’apparenza può sembrare tutto superficiale però dietro ci sono una preparazione e un impegno non indifferenti. Sono una tipa meticolosa alla quale non piace deludere il pubblico.
Quali sono i suoi comici italiani preferiti?
E’ difficile selezionare. Innanzitutto ammiro e rispetto tutti coloro con cui ho collaborato, come ad esempio Claudio Bisio (Zelig) ed Enzo Iacchetti (Striscia la notizia). In generale, sono cresciuta con Paolo Villaggio, Alberto Sordi, Roberto Benigni, Massimo Troisi. Questi personaggi mi hanno regalato una marcia in più in comicità, intelligenza e cultura.
Pregi e difetti di tv e radio. Dove si sente più a suo agio?
Mi sento a mio agio sia con la lucetta accesa della telecamera sia col microfono acceso della radio. La differenza è che la televisione aiuta l’espressione con l’immagine e rende semplice comunicare, mentre la radio è basata esclusivamente sul linguaggio e la comunicazione diventa complessa. La seconda dà maggiore soddisfazione nella riuscita visto che mette in risalto le proprie qualità. Ho avuto una parentesi in radio per due anni e devo ammettere che è stata un’esperienza unica, spero ripetibile in futuro. Abbiamo creato con il programma No Comment (Rai Radio 1, 2011) condotto da me, Arianna Ciampoli e Georgia Luzi, un intermezzo tra intrattenimento puro e informazione. Ne ho condotto anche uno da sola per un mese e mezzo (Rai Radio 1, Agosto-Settembre 2011), chiamato Lido Laura, nel quale attraverso i nostri inviati informavamo gli italiani a livello musicale e non solo, ricordando i vari eventi in giro per l’Italia. Sono state entrambe delle bellissime esperienze.
Come ci si fa strada da un mestiere esclusivamente d’immagine come la velina ad uno di presentatrice tv?
Ho cominciato per gioco. Ho finito la ragioneria per programmatori perché i miei genitori volevano lavorassi il prima possibile, ma io avevo inclinazioni artistiche e creative, e desideravo frequentare una scuola per interpreti. Siccome questa era molto cara, iniziai a fare provini per la pubblicità per contribuire economicamente a pagare la scuola. Un giorno per caso mi sono presentata a una richiesta per fare pubblicità di un’agenzia e ho scoperto che era il provino per entrare a Non è la RAI. Sono stata presa, ho iniziato a lavorare, è diventato sempre più impegnativo e mi sono accorta di non avere tempo materiale per perseguire il sogno d’interprete. Inoltre era stata istituita una scuola all’interno di Non è la Rai nella quale seguivamo corsi di canto, recitazione, dizione e danza, che occupava per intero la mia giornata assieme al programma. Nel frattempo stavo capendo che la televisione poteva piacermi. Grazie all’aiuto di Boncompagni, ho sciolto la mia timidezza e sono diventata spigliata davanti alla telecamera. Non è la RAI è stato il mio trampolino di lancio per proposte lavorative sempre più importanti. Per mantenere questo tipo di lavoro non bastano presenza e bellezza ma ci vogliono una preparazione e un impegno costanti, determinazione, un po’ di sano esibizionismo e volontà di crescere professionalmente.
Che consigli darebbe a una ragazza che vuole intraprendere il suo stesso mestiere?
Rispetto a quando ho iniziato, è tutto cambiato, la gavetta si percorre di meno. Per me è stata fondamentale. Mi sono fatta le ossa con Segnali di Fumo su Videomusic, nel quale ho imparato a condurre. I consigli concreti che posso dare sono di tenere il passo con lo studio, presentarsi sempre in maniera diversa, rinnovarsi, essere eclettici, adattarsi e mai fermarsi. Se si parte da una buona dose di talento e preparazione, si è sicuramente avvantaggiati.
Ha scoperto recentemente la sua vena teatrale. Fare l’attrice di teatro è una bella sfida, come si è preparata a vincerla?
La devo ancora vincere. Ho incominciato due anni fa, portando la commedia Stressati…ancora di più di Lucio Perri in tournée per l’Italia. Il mio debutto è stato in un teatro storico di Napoli, il San Carluccio. E’ andato molto bene. Ho scelto un progetto nuovo che si avvierà a Febbraio nella mia città, Roma. Si tratta di una commedia comica e brillante al femminile, Ricette D’Amore, con regia di Diego Ruiz e testi di Cinzia Berni. A Napoli è stata una bella partenza, spero che a Roma sia una conferma. La mia gavetta teatrale credo durerà parecchi anni. Il teatro è una forma d’espressione che sto sentendo intensamente vicina a me e desidero concentrarmi su di essa.