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“Ecco perché la benzina da certe parti costa meno”

Pubblicato il 19 Agosto 2013

SAN BENEDETTO – Sono gli eventi di stretta attualità che sembrano aver imposto a Mauro Seghetti, responsabile regionale della Fegica, il sindacato de benzinai, alcune precisazioni. E’ lui stesso ad affermare che, al posto di un utente, sarebbe ilprimo a pensare quello che, in molti, erroneamente pensano. “Quando vedi che il ditributore sotto casa ti vende il gasolio a una cifra e quello appena inaugurato ti fa spendere venti centesimi in meno allora il primo pensiero che ti salta in testa è che il distributore sotto casa ti sta fregando – afferma Seghetti – io stesso lo penserei ma la verità è un’altre ed è profondamente preoccupante per la categoria”.

La storia è quotidianamente sotto gli occhi di tutti gli automobilisti. Quelli che sanno, almeno, che esistono pompe, le cosiddette “bianche”, quelle senza una specifica azienda alle spalle, che riescono a far pagare gasolio e benzina diversi centesimi in meno al litro. Dieci, venti, a volte anche di più. Differenze spesso abissali rispetto ai benzinai “brandizzati”, vale a dire rispetto a quelli che hanno un bel marchio stampato su pompe e divise da lavoro. La differenza sta nel fatto che le pompe bianche possono muoversi liberamente nel mercato. Come qualsiasi altra attività commerciale possono decidere dove comprare il carburante e, di conseguenza, possono permettersi di scegliere quello che costa meno. “Un lusso che noi non ci possiamo permettere – afferma Seghetti – visto che siamo costretti a comprare a determinati prezzi, fuori mercato, e pieni di vincoli imposti dalle aziende produttrici. Per non parlare dei distributori posizionati lungo le autostrade che devono dare una percentuale a litro all’azienda che gestisce la rete”. Dalle parole di Seghetti, insomma, si evince che la situazione sembra è paragonabile a quella di due supermercati. Il primo può decidere dove comprare la merce, ovviamente, in base ai prezzi. Il secondo, invece, è obbligato a comprare da un unico fornitore con costi perlopiù fuori mercato. “Di questo passo – continua il responsabile regionale della Fegica – gli operatori dei distributori tradizionali saranno costretti a chiudere bottega e mi sorge il dubbio che sia questa la volontà delle azienda distributrici alle quali, alla fine della fiera, forse farebbe più comodo tenere le colonnine come self service ed utilizzare gli attuali benzinai come semplici custodi. E qualcuno sta già iniziando a farlo”.

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