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Un Museo dello Sport tra Porto e Ballarin. «All’ex Casa del Pescatore cimeli e testimonianze per proteggere la storia»

IL RICORDO | La propostadi Maurizio Spazzafumo: creare una galleria permanente che mostri a cittadini e turisti i fasti delle società sportive
Pubblicato il 6 Febbraio 2019

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Un Museo dello Sport cittadino nell’edificio dell’ex Ial. E’ l’idea che Maurizio Spazzafumo, già dirigente di Sambenedettese Calcio e di Samb Beach Soccer, ha proposto all’assessore Pierluigi Tassotti. Spazzafumo ha protocollato, nero su bianco, il progetto di un contenitore di ricordi veri fatto di oggetti materiali. «Un nuovo contenitore – spiega Spazzafumo – che possa contenere i ricordi sportivi e le cose di chi ha vissuto quel tempo, di tutti gli Sport cittadini per tramandarli ai Sambenedettesi che verranno in futuro e farli conoscere a chi sceglierà San Benedetto del Tronto semplicemente per soggiornarvi in vacanza». Spazzafumo ha individuato nell’edificio che un tempo ospitava l’Istituto di Avviamento al Lavoro la migliore location per una simile realtà. Siamo in piazza Sciocchetti, a metà strada tra l’area Ballarin e il centro cittadino con il porto a due passi. «Quello – sostiene Spazzafumo – è un punto in cui la storia intesa come location, incontra la storia, quella dei nostri nonni, dei nostri padri che quel luogo lo vivono e che con noi hanno voglia di tramandarlo mettendosi al servizio per il raggiungimento del fine».

Lo Ial, un tempo, era infatti la “Casa del Pescatore”, e proprio nell’ottica di effettuare una simile trasformazione sono stati effettuati già dei sopralluoghi che hanno confermato la fattibilità dell’iniziativa. «Abbiamo già un quadro abbastanza preciso – continua – della suddivisione degli spazi in base agli sport con un ampio salone per conferenze a tema, già esistente. Ogni sport che ha da raccontare qualcosa, avrà il suo spazio». Ovviamente la Samb ne occuperà gran parte dei metri quadri ma il Pattinaggio con Romolo Bugari, che si è dimostrato entusiasta dell’idea, l’Atletica con i fratelli Carminucci, il Rugby con Camiscioni e Croci per finire con il Beach Soccer con i suoi ultimi successi, avranno da lasciare e raccontare un gran numero di oggetti e cimeli «per costruire una storia da proteggere e far conoscere, che nel tempo non può avere fine esattamente come il ricordo». Maurizio Spazzafumo ha condiviso l’idea con altre persone, i responsabili dell’Associazione Pescatori ad esempio che sono stati i primi ad essere stati coinvolti nel ragionamento perché vivono giornalmente quel posto e si sono manifestati molto propensi ad entrare nel progetto. Sono state ascoltate altre figure che Spazzafumo definisce indispensabili per il raggiungimento del fine, esperti in fatto di Storia della Samb quali il professor Gianluca Capecci, Luigi Tommolini, Patrizio del Zompo, Luigi Pignati tutti interessati ad esaminare e ricostruire la Storia della Sambenedettese.

Ma anche i tecnici come l’architetto Domenico Sfirro per la parte progettuale del Museo e la sua fase di ristrutturazione, Walter Baldonieri per la modellazione 3D delle immagini da presentare. «Queste persone e le altre che ancora dovranno essere contattate per gli altri sport – afferma Spazzafumo – potranno confluire, se vorranno, in una Associazione Culturale Sportiva o, meglio ancora, in una Fondazione che avrà il compito di mantenere viva la Memoria dei Successi Sportivi attraverso la gestione del museo, che diventerà da subito un punto di incontro Culturale Sportivo della città, grazie alla realizzazione di una piccola sala conferenze per presentazione di progetti o filmati storici». Il progetto di Spazzafumo prevede una compartecipazione tra pubblico e privato: «Il 50% sarà coperto dal Comune ed il 50% dalle imprese e dai cittadini che vorranno, grazie a delle piccole somme in donazione o cambio sponsorizzazione, essere partecipi nel progetto».