SAN BENEDETTO DEL TRONTO. “E’ finito l’effetto Schlein”. La segretaria comunale del Pd, Diana Palestini, commenta così il calo degli iscritti a San Benedetto. In particolar modo a Porto d’Ascoli. Fa eccezione il circolo Nord dove il numero è salito. Nel 2023, il Partito Democratico della riviera ha fatto registrare (cifre ufficiose) 45 tesserati al circolo nord, 42 al centro e 32 a Porto d’Ascoli, mentre l’anno precedente erano stati 41 alla sezione nord, 43 alla centro e 46 alla sud. Si è quindi passati da 129 a 119 adesioni.
L’effetto Schlein
“Dopo l’entusiasmo successivo al congresso dell’anno scorso si è verificata una flessione”, commenta la Palestini. “Ci sono stati dei ripensamenti in seguito all’impeto generato dalle primarie. Erano arrivati dei tesseramenti per sostenere Elly Schlein. Finita quella fase, non c’è stato il rinnovo della tessera”. Nel gruppo di chi non ha confermato l’appoggio compaiono nomi di storici tesserati che, in passato, hanno ricoperto anche ruoli istituzionali. “Non hanno confermato l’iscrizione, come altri – spiega la coordinatrice – abbiamo una decina di persone in meno rispetto a quelle che ci aspettavamo”.
Il tesseramento del 2023 si è concluso a fine gennaio e in primavera partirà quello per il 2024, con la campagna che condurrà al voto per le Europee di giugno. “Sarà tutt’altra storia – prosegue la Palestini – ci sarà un impegno diverso. Abbiamo avuto alcuni ingressi in seguito allo scioglimento di Articolo Uno e ne arriveranno altri, concentrandoci su tematiche comuni su cui abbiamo cominciato ad impegnarci, come la sanità. Ci sono compagni che stanno condividendo con noi questa azione, è un lavoro in itinere”.
In merito al fenomeno Schlein su San Benedetto, il circolo sud fu quello in cui si manifestò il maggior sostegno, con addirittura il record negativo di zero preferenze per Stefano Bonaccini in occasione del pronunciamento dei soli iscritti. Non è un caso quindi che, stando alla lettura della segretaria, sia Porto d’Ascoli a mostrare il maggiore calo.
“E’ una situazione generalizzata, non riguarda solo noi – puntualizza il presidente Roberto Giobbi – nel 2013 gli iscritti erano oltre 500, ma basterebbe vedere i numeri regionali e nazionali per rendersi conto con è una questione non circoscritta alla nostra città”.
Il caso bollette
Nel frattempo, proseguono le riunioni del partito, con l’ultima in ordine di tempo andata in scena venerdì sera, ma non nella tradizionale sede di via Manara, dove risultava ‘staccata’ l’energia elettrica.
Tuttavia, è lo stesso Giobbi a stoppare la polemica in partenza: “Dal nostro conto corrente non venivano prelevati i soldi e non sono state pagate tre bollette. Il debito lo abbiamo saldato appena ce ne siamo resi conto. Se fossimo andati tutti i giorni in sede avremmo preso atto subito del problema. Ci siamo accorti che qualcosa non andava nell’energia elettrica pochi giorni fa. Non capivamo cosa stesse accadendo, poi ci siamo accorti che non erano avvenuti i prelievi. Appena capita la questione ci siamo mobilitati. Il problema non esiste, abbiamo già pagato quanto dovuto e vogliamo continuare a pagare”.