SAN BENEDETTO DEL TRONTO. Il regolamento sulla movida è stata al centro della commissione commerco e turismo che si è riunita oggi in Comune sotto il coordinamento della nuova presidente Elena Piunti. E’ stata l’assessore Laura Camaioni ad elencare i vari passaggi della bozza del regolamento che prevede, tra le varie cose, un limite orario per la vendita di alcolici e superalcolici da asporto che non potrà avvenire tra le 21.30 e le 6 del mattino.
Ma anche un “premio” ai locali virtuosi con gli esercenti che hanno la possibilità di accedere alla premialità della deroga agli orari stabiliti nonché del prolungamento dell’orario di apertura di un’ora rispetto all’orario di chiusura stabilito (se soggetti a restrizioni di orario) in occasioni di particolari eventi o ricorrenze (Ferragosto, Notte Bianca etc..). Possono inoltre accedere “premialità” aggiuntive come il riconoscimento, da parte dell’Amministrazione, della qualifica di locale virtuoso attestata da specifico logo e ospitalità sul sito del Comune. E la promozione da parte del Comune di iniziative di valorizzazione dei luoghi.
Si tratta di locali che rientrano nell’ambito degli accordi previsti da un altro punto del regolamento. Impegni che gli esercenti prendono con il Comune come quello di “adottare ogni utile accorgimento al fine di contenere, in particolare nelle ore serali o notturne, ogni comportamento che, negli spazi o luoghi interni ed esterni ai locali nonché nelle immediate adiacenze degli ingressi, generi disturbo alla quiete pubblica, ad esempio mediante l’utilizzo di proprio personale, steward urbani o addetti all’assistenza alla clientela. L’insonorizzazione dei locali. L’apposizione di limitatori agli impianti elettroacustici di diffusione sonora, tarati e certificati da un tecnico competente in acustica ambientale. Il posizionamento di cestini e posaceneri nelle immediate adiacenze dei locali; al termine della serata. Tali supporti dovranno essere rimossi a cura dell’esercente e la non presenza di slot machine e apparecchi VLT.
I dubbi sulla premialità
Ad esternare dubbi sulla bozza di regolamento è stata per prima Luciana Barlocci che ha analizzato diversi aspetti. Non ultimo quello legato proprio alle premialità. Al centro dei suoi dubbi in particolar modo i parametri che saranno utilizzati per decidere quali locali siano effettivamente virtuosi.
Il regolamento prevede infatti un’attività di monitoraggio. “Al fine di verificare gli effetti derivanti dall’applicazione del presente regolamento, individuare le eventuali criticità e formulare proposte sugli interventi e misure correttive da adottare, è costituito un apposito organo di monitoraggio, che si riunirà con cadenza mensile semestrale costituito, oltre che da rappresentanti dell’Amministrazione comunale, da sei membri di cui 2 componenti in rappresentanza delle associazioni di categoria presenti sul territorio, 2 componenti in rappresentanza di ciascuna categoria di esercenti la cui attività sia collocata in zone soggette a restrizioni di orario e due componenti in rappresentanza dei residenti delle zone soggette a restrizioni di orario”.
Un punto vago secondo la consigliera: “Qui si parla di un organo, un comitato, dove però non viene specificato nulla sui componenti. In base a cosa viene decisa la premialità?”. L’assessore Camaioni e il dirigente Giuseppe Coccia hanno spiegato che questa situazione riguarda situazioni in cui, per zone problematiche legate alla malamovida, subiscono restrizioni di orari da parte del comune. “Il discorso della premialità – ha spiegato Camaioni – si attua solo ed esclusivamente nel caso in cui il sindaco abbia emesso la deroga di limitazione degli orari per zone dove vige un’ordinanza restrittiva”.
Sull’argomento è intervenuto anche Giorgio De Vecchis che ha parlato di una normativa “confusa”. “Credo che forse sarebbe il caso di fare la cosa contraria – ha affermato il consigliere – cioè penalizzare chi non rispetta le regole. Sulla base di cosa una via viene definita problematica? Se in una via ci sono dieci locali. Di questi otto non rispettano le regole e due si. Anziché limitare tutta la via il sindaco dovrebbe agire con ordinanze restrittive su quegli otto e non penalizzare tutta l’area”.
Limiti per l’asporto
Perplessità da Barlocci anche relativamente ad altri punti del regolamento. “Nell’articolo 3 – ha spiegato – si parla di “controllo dei luoghi contigui e vicini all’esercizio”. Questo significa che se qualcuno sporca a dieci metri dal locale la responsabilità è del locale. Inoltre ci sono numerosi passaggi in cui si parla di vigilanza privata che a me però sembra un modo di scaricare una responsabilità anche perché la sicurezza privata non può intervenire neppure a venti centimetri al di fuori del locale e non hanno neppure gli strumenti normative per poter fare nulla”.
Dibattito aperto sulla vendita di alcolici e superalcolici da asporto. “Qui viene indicato il divieto, dopo le 21.30, di vendere alcolici da asporto – ha detto la consigliera -. Significa che una persona non può fermarsi a prendere un trancio di pizza e prendersi una birra che non può bere perché c’è il divieto”. Situazione sottolineata anche da Giorgio De Vecchis.
Camaioni ha comunque spiegato: “Qui si parla di asporto, se una persona prende un trancio di pizza in una pizzeria al taglio e resta lì a mangiare la pizza anche in piedi, la birra la può consumare”.
Parola anche agli operatori alcuni dei quali erano presenti in sala consiliare. Tra questi Giuseppe Ricci, presidente dell’Itb: “Ci stiamo facendo problemi di fronte alla birretta in pizzeria – ha detto – ma non ci accorgiamo dei gruppi di ragazzi che di notte sono in spiaggia dove portano borse piene di alcolici”.