Ospitiamo alcune riflessioni del rappresentante provinciale dell’ex direttore Dea dell’ospedale di San Benedetto ed attuale rappresentante provinciale degli Anestesisti Rianimatori Ospedalieri Italiani e Medici dell’Emergenza Accettazione, dottor Mario Narcisi
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Cari sambenedettesi, nel 2012 avevamo in Regione l’Assessore per il Piceno e nella DGR 1537, nel punto che riguardava la nostra Area vasta omogenea , mancava l’indicazione dell’area socio sanitaria della fragilità, come , invece, puntualmente era indicata in tutte le altre Aree vaste omogenee regionali con le rispettive Reti omogenee assistenziali .
Ricordiamo anche che da tempo, nell’AV 5, erano stati chiusi gli Ospedali di Montefiore, Ripatransone e Offida e, in assenza, nella suddetta Delibera, della indicazione della Rete omogenea assistenziale per l’Area Vasta 5, sorgeva spontaneo farsi una domanda: chi avrebbe dovuto svolgere la funzione di Ospedale per le post-acuzie e fragilità nella nostra Area Vasta?
La risposta era scontata (nonostante fosse fatta notare a chi di dovere) ed è, oggi, sotto gli occhi di tutti.
Che triste destino è stato riservato a questo nostro Ospedale. Per l’Ospedale di San Benedetto del Tronto è ancora vigente l’ironico ordine impartito tanti anni fa da un comandante napoletano della Regia Marina Italiana “Facite ammuina ” per dimostrare l’operosità della nave. E’ questo, quello che la Regione ordina di fare all’Ospedale di San Benedetto del Tronto.
Che l’Ospedale a San Benedetto del Tronto è un “mezzo ospedale” e non è più quello che eravamo abituati a utilizzare o a frequentare se ne sono ormai accorti tutti, tanto è vero che tale constatazione campeggia su tutte le locandine della Città e i maggiori osservatori e opinionisti del nostro territorio ne sono tutti consapevoli e concordi.
Infatti, queste continue inaugurazioni di Reparti già esistenti e annunci di altri nuovi, uniti a quelli già soppressi o ridimensionati, servono per la trasformazione del “Madonna del Soccorso” in un “Ospedale di Comunità” o “Casa della Salute”, che dir si voglia, che la Regione Marche, con il beneplacito dei nostri Amministratori locali e Rappresentanti regionali, sta realizzando nella Città di S.Benedetto del Tronto, come da indirizzo della artificiosa e subdola DGR 1357.
Stanno realizzando a S.Benedetto del Tronto l’Area della fragilità che mancava nell’AV5 e la completeranno con l’Hospice dentro l’Ospedale. Come se ciò non bastasse, il Presidente Ceriscioli ci viene a dire che tutto questo è funzionale per una sanità migliore marchigiana che si fa altrove e che a noi spetta il compito di assistere le post-acuzie , le malattie croniche e la fragilità. Perché non ce lo hanno detto mai apertamente?
Questo non è l’Ospedale che serve a questa Città , a questo operoso e vivace territorio e ai sambenedettesi. Sentiamo anche il dovere di informare la popolazione che l’Hospice non rappresenta un Reparto ospedaliero perché , di norma , è ubicato in Strutture residenziali esterne. Di solito sono entità a parte, realizzate come Residence, circondati da ampi spazi verdi, immersi nella natura, progettati per essere vivibili da parte di tutti gli ospiti.
L’Hospice non è un luogo dove si va a morire, ma a vivere meglio una fase terminale di una malattia incurabile. E al Consigliere regionale Fabio Urbinati, che qualche tempo fa declamava che la collocazione dell’Hospice al ” Madonna del Soccorso” è la più adeguata per dare dignità ai malati, segnaliamo che esistono soluzioni più idonee.
A tutti ricordiamo che l’Hospice non è un Deposito e che l’obiettivo primario di un Ospedale è quello di mantenere efficienti i Servizi e i Reparti di Base per garantire a tutti i cittadini una risposta adeguata e sicura alle acuzie e agli interventi primari di cui la popolazione necessita, senza dovere intraprendere pericolosi trasferimenti in Ambulanza.
Cari cittadini del Piceno, dobbiamo altresì renderci conto che la Sanità pubblica, che la Regione ci sta organizzando nel Sud delle Marche, è in funzione della sussistenza della Sanità che la Regione ha accentrato ad Ancona. Altrimenti, come si giustificherebbe o si alimenterebbe quell’enorme agglomerato di Cliniche e Reparti ospedalieri a Torrette, che oltretutto funge da Ospedale per Ancona, mentre in periferia occorre correre in Ambulanza sperando che tutto vada bene?
Se vogliamo porre fine a questa commedia, (anche se S.Benedetto del Tr. potrebbe ambire per il suo bacino di utenza, secondo il decreto Balduzzi, a un Ospedale di 1°livello autonomo) l’unica soluzione più logica, più economica, più scientifica, più sicura, per garantire seriamente, allo stesso livello, la salute di tutti i cittadini della Area Vasta n.5, è realizzare l’Ospedale Unico, grande, con tutte le specialità mediche e chirurgiche concentrate in una unica sede.
Che senso ha inaugurare nuovi Reparti in Ospedali carenti di molte specializzazioni in cui è impossibile garantire la copertura di appropriate consulenze, se non a rischio di rocamboleschi trasporti tra un Ospedale e l’altro? L’unico obiettivo, che dovrebbero avere i Sambenedettesi , gli Ascolani e tutti gli abitanti dell’AV n.5, è potersi curare in una Struttura completa.
Nel breve discorso tenuto in occasione della “inaugurazione “ della Geriatria il Presidente Ceriscioli ha chiaramente detto che gli Ospedali Unici sono in ritardo, che ha messo le toppe ai progetti ereditati e che intende portare a termine, per il 2020, l’Ospedale di Fermo, l’INRCA e il Salesi ad Ancona e iniziare gli Ospedali unici delle Provincie di Pesaro e di Macerata, senza dimenticare quello del Piceno , di Marche Sud, che ancora è ai nastri di partenza in quanto i Sindaci dell’AV5 non si riuniscono per deciderne la localizzazione. Come dire , se le cose qui non vanno e ci si lamenta della Sanità che qui è in ritardo, la colpa è solo nostra.
Allora muoviamoci, facciamo valere le nostre ragioni per la ubicazione del nuovo Ospedale unico e il suo riconoscimento giuridico di Azienda ospedaliera Marche sud , come già approvata in Consiglio regionale. La scelta della sede del nuovo Ospedale unico non si fa con la matematica o con l’algoritmo del Presidente Ceriscioli , un oggetto misterioso che nessuno conosce e mai reso pubblico .
Inutile che l’On. Agostini si affanni a ritenerlo un metodo oggettivo. A noi sembra che sia in funzione solo dei parametri che la Politica vuole scegliere . Basta vedere il risultato dell’algoritmo a Macerata ,che lo ha ubicato in zona La Pieve,senza infrastrutture, o a Pesaro , dove, con la scelta di Muraglia, l’Ospedale unico sarà la Clinica convenzionata di Fano, o la proposta unilaterale dello studio di fattibilità dell’AV5 per l’Ospedale unico di Marche Sud sui colli piceni, o la proposta del Sindaco Castelli su una area gratuita a Campolungo, inclusa già nel PRG..
La sanità non si pensa con l’algoritmo ma con la sua efficienza . Arrivare all’algoritmo sarebbe una sconfitta per tutti. Noi diciamo , per il momento, che “ la funzionalità viene prima della equidistanza”.
E’ ora di aprire le danze. Di fronte a questa distruzione del nostro glorioso Ospedale Civile, quello che preoccupa di più è il silenzio delle Istituzioni cittadine e la rassegnazione dei cittadini sambenedettesi. Svegliamoci!
Mario Narcisi