giovedì 30 Marzo 2023
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“Chi oggi blocca Anima ieri difendeva la Vele di Scampia”

GROTTAMMARE – Il sindaco di Grottammare, Enrico Piergallini, e il Presidente della Fondazione Carisap, Vincenzo Marini Marini, tornano sulla questione “Grande Opera” attaccando direttamente il nuovo soprintendente Stefano Gizzi e la sua scelta di porre un veto alla creazione dell’opera con il preavviso di diniego dell’autorizzazione paesaggistica .

“Probabilmente, non è stato adeguatamente informato riguardo la questione di A.N.I.M.A. quando afferma che la Soprintendenza stessa non è stata coinvolta – spiegano il sindaco e il presidente Marini Marini – Lo abbiamo già detto e lo ripetiamo: la Soprintendenza ha seguito il percorso di progettazione dell’opera attraverso l’architetto Miriam Pompei e questo il Soprintendente evidentemente non lo sa, ma per nostra fortuna lo provano i documenti, nel caso non bastassero i testimoni e l’architetto Pompei in primis. Nel merito dell’iter, inoltre, va ricordato che il suo predecessore Cozzolino si era già espresso sia sulla pianificazione urbanistica dell’area che sulla questione degli edifici rurali. Non riusciamo a spiegarci, pertanto, sia la natura del suo provvedimento, che quella delle sue esternazioni, anche perché egli stesso, nella sua lettera del 6 marzo 2014, affermava di preferire ad A.N.I.M.A. lo studio (Schematic Design Phase) che la Soprintendenza ha discusso con Tschumi stesso il 20 febbraio 2013 e che è decisamente più impattante di A.N.I.M.A. e di certo copre un maggior numero di siepi e olivi. Una cosa è certa, il Soprintendente Stefano Gizzi non è nuovo a sorprendenti provvedimenti forieri di accese discussioni nella città del suo precedente incarico, Napoli. Il nostro Soprintendente è autore dell’incomprensibile difesa delle “Vele” di Scampia e dell’inerzia sull’abbandono di pregiate opere architettoniche della città partenopea; abbastanza tollerante per permettere il parcheggio all’interno del Palazzo Reale e davanti al Museo Archeologico nazionale ma non troppo per illuminare monumenti al buio: Gizzi infatti sostenne che i monumenti dovevano essere osservati “alla luce della luna” (come afferma Goethe nel “Viaggio in Italia) e pertanto non dovevano essere illuminati. Scelta curiosa, tanto quanto quella di non permettere la costruzione di ANIMA perché coprirebbe gli ulivi e le siepi della Valtesino”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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