Il settore edile in Italia continua ad essere il comparto economico che presenta maggiori difficoltà, il che costituisce un grave problema anche per l’occupazione soprattutto in alcune Regioni, come le Marche, dove il settore immobiliare fa fatica a riprendersi. Ciò nonostante il litorale e la spinta degli acquisti a fini turistici, che invece stanno via via facendo da traino in altre Regioni. A livello Regionale c’è stata infatti un’ulteriore contrazione di circa il 5,5% sulle compravendite e se, per alcune città il trend è tornato positivo, non sempre si tratta di notizie completamente positive.
In particolare a San Benedetto del Tronto e a Porto d’Ascoli il numero di compravendite è tornato a crescere (anche se moderatamente), ma la ragione è semplicemente da imputare al fatto che è stata registrata una nuova ondata di ribassi dei prezzi, e non ad una vera e propria ripresa del settore e sia che si tratti di nuove costruzioni o di case usate. Inoltre le difficoltà che si incontrano per ottenere un mutuo per acquistare la propria abitazione, e le difficoltà a vendere l’immobile di proprietà al prezzo voluto, scoraggiano quanti vorrebbero cambiare la propria sistemazione, perdendo così la possibilità di comprare a prezzi ribassati.
Di contro si registra un aumento del numero di finanziamenti per poter ristrutturare la propria abitazione, e renderla più congrua alle personali esigenze. La particolarità sta nel fatto che, come avviene nella maggior parte delle Regioni italiane, anche qui si preferisce accedere al ben più costoso prestito personale, mitigandone eventualmente l’aspetto negativo attraverso le richieste di prestiti Inps, piuttosto che richiedere un mutuo di ristrutturazione. Per quanto riguarda gli importi dei finanziamenti, le Marche sono fra le Regioni dove vengono richiesti gli importi di ristrutturazione maggiori (superando la soglia dei 16 mila euro). Precisamente la regione Marche si trova al secondo posto, mentre al primo si piazza la Calabria con richieste che superano in media i 17 mila euro. Il periodo di rimborso più gettonato, infine, resta ancora una volta quello basato su settantadue mesi di dilazione.