SAN BENEDETTO – Un successo dietro un altro. Certe persone non riescono proprio a smentirsi. Così ecco l’ultimo libro di Remo Croci (l’ultimo in ordine cronologico) imperversare da settimane sulla Riviera e attrarre un’attenzione da best seller che varca i confini regionali suscitando la curiosità e l’interesse di tutta Italia. Perché le richieste del libro arrivano da ogni parti del Belpaese.
Un interesse che “Da Qui è Nato il Vento” merita in toto visto che tra le tante e ricche pagine del volume è possibile perdersi nei ricordi più disparati
Perché è come se, in un giorno di luglio del 2013, Remo Croci fosse salito su una macchina del tempo. Una specie di congegno piazzato nel bel mezzo di via Montebello e avesse ripercorso, a ritroso, gli ultimi cinque decenni. Per la sua ultima fatica letteraria il giornalista Mediaset indossa i panni di un vero e proprio viaggiatore impegnato in un percorso tra tempo e memorie attraverso i personaggi, i luoghi e le vicende che, tutte insieme, hanno fatto la storia recente del cuore cittadino. Chi ha vissuto in quell’intimo reticolato di stradine che compongono l’anima del centro sambenedettese, può ritrovare tra le pagine del libro personaggi spesso finiti in quel cassetto della memoria dove ognuno di noi finisce con l’accantonare la quotidianità che non è più tale.
E così ecco riemergere la bottega di Romolo, la pizzeria di Osvaldo, le immancabili pallonate contro muri e finestre degli anni in cui erano le pochissime auto a dover fare attenzione ai bambini e non viceversa. Quella di Croci somiglia alla macchina del tempo di Wells, sempre ferma nello stesso punto ma capace di voli pindarici da un’epoca all’altra.
La rampa di lancio e di arrivo è quella di un tratto di strada abbracciato da un lato dalla casa natale dell’autore e dall’altro dalla barberia dove il futuro giornalista, poco meno che adolescente, ha scoperto il mondo dei grandi indossando la casacca di ragazzo di bottega. Il viaggio si sofferma su luoghi storici e mai dimenticati come la Cantina di Mazzucche, la pizzeria di Osvaldo, le bancarelle del mercato settimanale con i caratteristici personaggi che riuscivano, tra mille sacrifici a portarle avanti. Tra le vie attraversate dal viaggio di Croci passano il carretto di frutta della “Palomma”, quello di cartoni di “Giusì” e quello tutto bianco dei gelatai della Veneta.
E ai bordi di queste vie tutta una serie di figure che rispondono a un nome e, soprattutto, a un soprannome. Gente che, in questi decenni, ha vissuto la via come una sorta di comune a cielo aperto, tutti uniti nella gioia per il ritorno in B della Samb del 1974, ugualmente compatti nel dolore e nella rabbia per la tragedia del Rodi di quattro anni prima. Il viaggio termina negli studi televisivi della Telecavo, nel suo primo giorno di lavoro da cronista dell’autore. Forse l’ultima volta in cui, quella via, ha potuto guardarla con gli occhi di un bambino.