“Sarai un grande lifeguard anche da lassù”. E’ lo striscione che ha atteso la bara di Lorenzo Squillace, il 18enne morto sabato, di fronte alla chiesa di San Pio X dove nel pomeriggio sono stati i funerali. A celebrare la funzione religiosa è stato Don Vincenzo Catani, parroco emerito della chiesa che ha voluto dare l’addio ad un ragazzo che egli stesso aveva visto crescere. Ed è stato con la voce strozzata dal pianto che il sacerdote si è rivolto ai fedeli e in particolar modo ai familiari del giovane: la mamma Paola, il papà Filippo e il fratello Sergio.
“Sono giorni che ho l’immagine fissa di Lorenzo bambino, con la sua faccia sempre ironica”, ha affermato il sacerdote. “Perché si muore a 18 anni? E giusto gridare il proprio dolore, lo ha fatto anche Gesù sulla croce. Ma la vera cura è la parola di Dio, perché dopo il grido c’è la vita, la resurrezione”.
Un’omelia terminata chiamando, in lacrime, il nome di Lorenzo all’interno di una chiesa riempita da un mare di persone. Tra le navate spiccava il folto gruppo delle maglie rosse dei bagnini di salvataggio con i quali Lorenzo aveva condiviso, quest’estate, il lavoro in spiaggia. Impossibile non commuoversi nell’ascoltare le parole della fidanzata Cristina che ha ricordato i momenti più belli della loro storia a partire dal primo bacio e dall’ultima volta che i due si sono visti: mercoledì.