SAN BENEDETTO – Per le forze dell’ordine è una scena già vista. Una rom in dolce attesa e con qualche alias di troppo. Ma la trentunenne fermata ieri dai carabinieri di San Benedetto, se non ha alle spalle una storia da record poco ci manca.
Perché ci troviamo di fronte alla sesta gravidanza accertata (cosa che com’è noto impedisce l’ingresso in carcere) e ad almeno 35 false identità che la donna si sarebbe lasciata alle spalle.
Non male. Ma andiamo con ordine. Questa mattina gli uomini del Servizio Operativo Radiomobile di pattuglia hanno fermato una Peugeot 106 intestata ad una donna pugliese. A bordo c’era una trentunenne di etnia Rom, nata a Roma ma stando ai controlli poi effettuati dai militari, senza una fissa dimora.
Passa in secondo piano la notizia che, alla vista delle divise, la trentunenne ha tentato di distrarsi di un grosso cacciavite che, probabilmente, veniva utilizzato per forzare porte o finestre perché la sorpresa vera che i carabinieri hanno avuto è arrivata dalla storia della donna.
Innanzitutto, e questo è subito apparso evidente, la giovane era in stato di avanzata gravidanza. Per la sestavolta a quanto appurato.
Poi, dai riscontri effettuati dai carabinieri in seguito al fatto che alla richiesta di documenti la rom ha tirato fuori una patente europea grossolanamente contraffatta, è emerso anche che alle spalle la trentunenne si era lasciata una interminabile sequela di false identità. Al,eno trentacinque, stando alle ricostruzioni.
La ciliegina sulla torta è stato poi il fatto che risultava gravata da un ordine di arresto emesso dalla Procura della Repubblica di Lecce per un furto in un’abitazione commesso nel 2007. Dovrà scontare otto anni e quattro mesi di reclusione ma, nonostante sia stata arrestata e condotta nel carcere teramano di Castrogno, difficilmente rimarrà a lungo in stato di detenzione proprio per lo stato interessante in cui si trova.