SAN BENEDETTO DEL TRONTO. “Due giorni dopo l’intervento Stefania è crollata davanti a me“. Sono le parole di Michele Valerio Sibillo, il compagno di Stefania Camela, la donna di 47 anni morta improvvisamente nei giorni scorsi a Milano. L’uomo raggiunto dal giornalista Marcello Iezzi ha ripercorso sulle pagine del Resto del Carlino i drammatici momenti seguiti ad un intervento al setto nasale e ai turbinati. Un intervento al quale la quarantasettenne voleva sottoporsi ma aveva paura dell’anestesia per questo aveva trovato una clinica privata con un medico che operasse senza intubare.
“Ci hanno detto che l’intervento sarebbe durato 45 minuti ma invece è durato due ore – spiega Sibillo al quotidiano -. L’intervento sembrava riuscito, dopo quattro ore è stata dimessa dalla clinica e siamo rimasti a Milano, in albergo, per due giorni. Poi mentre stavamo ripartendo e lasciando la stanza l’ho sentita dire “hai lasciato le ciabatte” ed è crollata”.
L’uomo ha chiamato il 118, ha cercato di rianimarla così come hanno fatto anche gli equipaggi delle ambulanze arrivate sul posto. La donna è stata portata in ospedale ma dopo un paio d’ore è morta per una sospetta embolia. I familiari della donna hanno presentato un esposto e si sono rivolti ad un legale. All’autopsia, che potrebbe tenersi nella giornata di oggi, sarà presente anche un medico legale incaricato dalla famiglia della quarantasettenne. Sibillo, che ha rilasciato una lunga intervista al quotidiano bolognese, precisa che la sua compagna era un’atleta, si teneva in forma e non aveva fatto vaccini proprio perché temeva eventuali danni.