mercoledì 22 Marzo 2023
Ultimo aggiornamento 06:38
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“E contagiato ma continua a lavorare”. Indagini sui folli messaggi vocali del primo lockdown. Casi ad Ascoli e a Grottammare

Nel capoluogo un ragazzo aveva diffuso la notizia di un supermercato. In Riviera si parlava di un addetto alle consegne a domicilio

ASCOLI PICENO – “Un dipendente del supermercato è positivo al coronavirus ma continua a lavorare”. E’ la frase contenuta in un messaggio vocale diffuso undici mesi fa, agli albori del primo lockdown, che nell’arco di mezza giornata fece il giro di tutto il territorio. La voce del messaggio indicava il nome del supermercato, che si trova nella zona centrale di Ascoli scatenando il caos e, ovviamente, facendo crollare gli incassi del punto vendita dal momento che molti clienti, nel dubbio che il contenuto di quel vocale fosse vero, avevano ritenuto opportuno sospendere le proprie visite in quel negozio dirottando i propri acquisti da altre parti. Ovviamente il contenuto di quel messaggio era completamente falso.

La polizia postale ha impiegato poco tempo a risalire all’autore di quel vocale che, rintracciato, ha affermato di aver sentito in giro quell’informazione. Ha chiesto scusa ma è comunque stato denunciato per diffamazione e procurato allarme. Denuncia poi ritirata, come riporta Il Resto del Carlino, dal direttore del supermercato che ha deciso di evitare i guai al ragazzo il quale ha ufficialmente chiesto scusa con tanto di lettera scritta e firmata di fronte ai carabinieri.

Non si è trattato dell’unico caso del genere nel Piceno. Tra marzo e aprile a Grottammare qualcuno diffuse un messaggio vocale dello stesso tenore, indicando il nome di un negozio che, in quel periodo, stava effettuando consegne a domicilio, e affermando che una persona positiva al coronavirus (in quel caso veniva anche identificato “l’untore”) faceva le consegne pur essere contagiato. Anche in quel caso si trattava di informazioni false e la famiglia che gestiva il locale, insieme allo stesso contagiato al quale, tra l’altro, il virus aveva creato parecchi problemi di salute, si era riservata la possibilità di denunciare l’autore di quel messaggio.

Sulla vicenda intervenne lo stesso sindaco Enrico Piergallini condannando quelle voci false e completamente infondate che però, per giorni, fecero il giro delle chat whatsapp di Riviera e entroterra. Episodi di questo genere hanno senz’altro rappresentato uno dei peggiori effetti collaterali di un’emergenza che, ormai quasi un anno fa, creò un vero e proprio panico sociale.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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